© Roberta Filippelli 2020
AT HOME is a series of postcards where our Lady invites us to stay at home to enjoy it. In this surreal moment, "Home sweet home" is not a cliché.
AT HOME è una serie di cartoline dove la Madonna ci invita a stare a casa per goderne. In questo momento surreale, "Home sweet home" non è un cliché.
© Roberta Filippelli 2020
Bathers is staying on time near the sea.
The intensity of the chromatic variations, the scents, the tactile sensations of sand and water convey the bathers in a dimension of beauty where the gaze is lost on the horizon and the thought becomes contemplation.
eternal moments texts by Valentina Scanu
23.09.2017 exhibitions in a single day gallery blublauerspazioarte via Morandi, 4 - Alghero
bathers digital photography, different size
Bagnanti è stare sul tempo in prossimità del mare.
L’intensità
delle variazioni cromatiche, i profumi, le sensazioni tattili della
sabbia e dell’acqua trasportano i bagnanti in una dimensione di
bellezza dove lo sguardo si perde all’orizzonte e il pensiero
diviene contemplazione.
eterni istanti testi di Valentina Scanu
23.09.2017 zip mostre lampo galleria blublauerspazioarte via Morandi, 4 - Algherobagnanti fotografia digitale, dimensioni variabili
© Roberta Filippelli 2017
under water - sottacqua
Spoon River is a small town in the American Middle West, but it does not exist on the map. There are other similar ones. Edgar Lee Masters In 1915 composed one of the most famous works of poetry of the Last century: The anthology of Spoon River. The volume collects 244 stories of real characters, some of them still alive at the time of the publication of the epitaphs on the Mirror of St. Louis.
Unknowingly in the wake of the anthology, Roberta Filippelli orchestrated a symphony with the identities of people drowned or whose ashes were thrown into the sea after cremation. It is a strange cemetery: the reliquary of a planetary anthology realized through the appropriation of photographs taken from the web, treated and narrated by the artist. Masters knew his dead, Filippelli knows their images.
The one who – in the underwater series – has dragged the stories of the lives of others is Virginia Woolf. The writer, after having filled her pockets with heavy stones, on 28 March 1941, threw herself into the river Ouse. A profound reflection on her gesture, on water and death, triggered the artist's research that, partially veking the writer's face with a blue filter as water, transports her into a metaphysical dimension. Here comes the obsession to discover and identify the missing persons at sea or in the bathtub. Not the migrants who have neither face nor name, but the writers, the artists, the models, the musicians, the characters of the chronicle, except for the syrian child found crouching on the shoreline.
Why these pictures?
"J'ai été", I was, whatever the image is "I've been, I'll never be again," said Enrico Ghezzi.
A demarcation line between the blue filter and the black and white photo divides each figure in two parts. The assembled images draw a horizon and at the same time an immersion in the depth of the soul. Water comes back, the shape dissolves. According to the Buddhist vision the wave represents life, when this ends the same water is sinks in the state of latency.
The blue is the constant of Roberta Filippelli's work that traces a line between light and shadow, air and water, like a delicate veil on the faces. John Denver, Hurt Crane, Saffo, Anthoine De Saint-Exupéry, even the diabolical Nazi physician Joseph Mengele, are part of the gallery with their enigmatic faces and their suspended glances. Those looks that are also ours and well represent the enigma of impermanence. But the artist, who uses all the non-existent technology in the times of Masters for his anthology of Spoon River, mixes reality and fiction. Outside the choir the cinema and mythology provide new subjects for a non-organic representation of the drowned: and finally Giorgio Urgeghe, Roberta's friend, who wishes to die at sea.
Fragmented characters and stories form a harsh and irregular landscape, outlining the variety of human typologies, linking the daily to the sublime and the absolute and opening an unanswered unknown: why underwater?
under water solo exhibition of Roberta Filippelli text by Manuela Gandini
20.08.2016 exhibition in a single day gallery blublauerspazioarte via Morandi, 4 - Alghero
Spoon River è un paesino del Middle West americano, ma sulla carta geografica non esiste. Ne esistono altri simili. Edgar Lee Masters nel 1915 ha composto una tra le opere di poesia più celebri del secolo scorso: L’antologia di Spoon River. Il volume raccoglie 244 storie di personaggi reali, alcuni dei quali ancora in vita al momento della pubblicazione degli epitaffi su Il Mirror di St. Louis.
Inconsapevolmente sulla scia dell’antologia, Roberta Filippelli ha orchestrato una sinfonia con le identità di persone annegate o le cui ceneri sono state gettate in mare dopo la cremazione. E’ uno strano cimitero: il reliquiario di un’antologia planetaria realizzata attraverso l’appropriazione di fotografie prelevate dal web, trattate e raccontate dall’artista. Masters conosceva i suoi morti, Filippelli conosce le loro immagini.
Colei che – nella serie Sottacqua - ha trascinato con sé le storie delle vite degli altri è Virginia Woolf. La scrittrice, dopo essersi riempita le tasche di pietre pesanti, il 28 marzo 1941, si gettò nel fiume Ouse. Una riflessione profonda sul suo gesto, sull’acqua e la morte, ha innescato la ricerca dell’artista che, velando parzialmente il volto della scrittrice con un filtro azzurro come acqua, la trasporta in una dimensione metafisica. Qui nasce l’ossessione di scoprire e identificare le persone scomparse in mare o nella vasca da bagno. Non i migranti che non hanno né volto né nome, ma gli scrittori, gli artisti, le modelle, i musicisti, personaggi della cronaca, eccezion fatta per il bambino siriano trovato accovacciato sulla battigia.
Perché queste foto?
“J’ai été”, sono stato, qualunque immagine è “sono già stato, non lo sarò mai più”, ha affermato Enrico Ghezzi.
Una linea di demarcazione tra il filtro azzurro e la foto in bianco e nero divide in due ogni figura. Le immagini assemblate tracciano un orizzonte e contemporaneamente un’immersione nella profondità dell’anima. L’acqua torna acqua, la forma si dissolve. Secondo la visione buddista l’onda rappresenta la vita, quando questa finisce la stessa acqua si inabissa nello stato di latenza.
Il blu è la costante dell’opera di Roberta Filippelli che traccia una linea tra luce e ombra, aria e acqua, come un velo delicato steso sui volti. John Denver, Hurt Crane, Saffo, Anthoine De Saint-Exupéry, persino il diabolico medico nazista Joseph Mengele, fanno parte della galleria con i loro volti enigmatici e i loro sguardi sospesi. Quegli sguardi che sono anche i nostri e ben rappresentano l’enigma dell’impermanenza. Ma l’artista, che utilizza tutta la tecnologia inesistente ai tempi di Masters per la sua Antologia di Spoon River, mischia realtà e fiction.Fuori dal coro il cinema e la mitologia forniscono nuovi soggetti per una rappresentazione non organica degli annegati: E infine Giorgio Urgeghe, l’amico di Roberta, che desidera morire in mare.
Caratteri e storie frammentate, formano un paesaggio aspro e irregolare, che delinea la varietà delle tipologie umane, collega il quotidiano al sublime e all’assoluto e apre un’incognita senza risposta: perché sottacqua?
sottacqua personale di Roberta Filippelli testo di Manuela Gandini
20.08.2016 zip mostre lampo galleria blublauerspazioarte via Morandi, 4 - Alghero
© Roberta Filippelli 2016
Bathers - Bagnanti, 2015
© Roberta Filippelli 2015
dip - tuffo
Neptune curated by Mariolina Cosseddu
09.08.2014 exhibitions in a single day gallery blublauerspazioarte via Morandi, 4 - Alghero
dip digital photography, cm 18x24
dip digital photography, cm 18x24
C’è una continuità lineare e sorprendente in questo racconto per immagini di Roberta Filippelli: un’agile figura sfida il mare aperto e, nella magia della rappresentazione, sembra camminare sulle acque prima di tuffarsi e scomparire nell’azzurro che torna alla calma. La composizione, articolata per sequenze minimali così poeticamente intense, fa leva sul contrasto tra le dimensioni ridotte degli scatti fotografici e l’immensità dello spazio che coniuga mare e cielo e inghiotte l’avventato tuffatore. Ma nelle sue profondità, laddove solo l’immaginario è possibile, si configura, nel regno del mistero e dell’insondabile, la divinità degli abissi. Anfitrite, consorte di Nettuno, come sirena in attesa, accoglie gli incauti e gli eroi dei mari, arcana presenza, enigma del mito che continua a parlare agli uomini al di là della realtà visibile.
Nettuno a cura di Mariolina Cosseddu
09.08.2014 zip mostre lampo galleria blublauerspazioarte via Morandi, 4 - Alghero
tuffo fotografia digitale, cm 18x24