martedì 14 ottobre 2014

archistart, 2014


Take three young architects, with many ideas for the head but with a lively sense of everyday life, combined an unusual space, mutant, which blends studio and store, add a series of beautiful and functional objects that you can buy and you have got a new way of thinking Contemporary living.
Fabio, Diego and....., play their bets with the future by designing spaces to the extent of today, in the knowledge that critical times require operative strategies of pragmatic intelligence and surprising creativity. The studio-Atelier is offering proposals, a meeting place for imaginaries in turmoil, communication, curiosity, needs and much more. Just go to via IV Novembre and we understand how the place of work is a place of life, of craft and of fresh culture, of day, ready to coagate in original reality to satisfy necessity and desires.
In This brand new space is the photographic objective of Roberta Filippelli who followed, like a less mundane backstage, the process of birth and formation of the studio now beautiful and ready. As in an ancient rite of foundation everything is synonymous with veiled auspices: the first invoice, the first customer, the start of the first project, even an unexpected seagull, immediately baptized as a sign of good luck, that Roberta's happy eye pursues before Bring it back to its volatile destiny. It takes so life, for an insatiable desire to capture things, events and people become characters of the photographic story, a small universe in the making that tells the normality of the unusual, the new that is born reinventing, day by day, the Demands of contemporaneity. The images of Roberta Filippelli cut out, catalogue, store realities in transit, without traces of themselves except in the objective that has fixed them and that delivers them to the history of the place. A minimal and incisive reportage that deliberately renounces unnecessary virtuosity, prefers shapes and faces seen closely, seized by the unchanging naturalness of their appearance. Which means, very simply, of their being and exist. The final result is a compositional revision, edited layout, visual design.
Close and effectively described portraits appear, therefore, those of the promising architects and designers, but also of a vast community of friends, colleagues, supporters who network around the new way to offer hospitality, solicit good taste, Generate unexpected solutions. If you scrupulously follow the small photographic sequences it will appear clear that everything is noteworthy, every detail proves significant, any face set shows character and expressiveness, the whole returns the profound conviction of being in A laboratory of infinite possibilities.

Mariolina Cosseddu   


Prendete tre giovani architetti, con tante idee per la testa ma con vivo senso del quotidiano, unite uno spazio inconsueto, mutante, che fonde studio e store, aggiungete una serie di oggetti belli e funzionali da poter acquistare e avrete ottenuto un nuovo modo di pensare l’abitare contemporaneo.
Fabio, Diego e ….., giocano la loro scommessa con il futuro progettando spazi a misura dell’oggi, nella consapevolezza che tempi critici richiedono strategie operative di pragmatica intelligenza e di sorprendente creatività. Lo studio-atelier è offerta di proposte, luogo di incontro di immaginari in fermento, di comunicazione, di curiosità, di bisogni e di tanto altro. Basta passare al n,? di Via IV Novembre e si capisce come il luogo di lavoro sia luogo di vita, di mestiere e di cultura fresca, di giornata, pronta a coagularsi in realtà originali per appagare necessità e desideri.
In questo spazio nuovo di zecca si aggira l’obiettivo fotografico di Roberta Filippelli che ha seguito, al pari di un meno mondano backstage, il processo di nascita e formazione dello studio ormai bello e pronto. Come in un antico rito di fondazione tutto è sinonimo di velati auspici: la prima fattura, il primo cliente, l’avvio del primo progetto, persino uno sprovveduto e inatteso gabbiano, subito battezzato come segno benaugurale, che l’occhio felice di Roberta insegue prima di riportarlo al proprio destino di volatile. Prende così vita, per un insaziabile volontà di catturare cose, accadimenti e persone diventate personaggi della vicenda fotografica, un piccolo universo in divenire che racconta la normalità dell’inusuale, del nuovo che nasce reinventando, giorno per giorno, le esigenze della contemporaneità. Le immagini di Roberta Filippelli ritagliano, catalogano, archiviano realtà in transito, senza tracce di sé se non nell’obiettivo che le ha fissate e che le consegna alla storia del luogo. Un reportage minimale e incisivo che rinuncia deliberatamente a virtuosismi inutili, predilige forme e facce viste da vicino, colte nella spiazzante naturalezza del loro apparire. Che significa, molto semplicemente, del loro essere ed esistere. Il risultato finale è frutto di revisione compositiva, impaginazione curata, progetto visivo.
Ritratti ravvicinati ed efficacemente descritti appaiono, dunque, quelli dei promettenti architetti e designer, ma anche di una vasta comunità di amici, colleghi, sostenitori che fanno rete attorno al nuovo modo di porgere ospitalità, sollecitare buongusto, generare inaspettate soluzioni. Se si seguono scrupolosamente le piccole sequenze fotografiche apparirà chiaro che tutto è degno di nota, ogni dettaglio si rivela significativo, qualsiasi volto fissato mostra carattere ed espressività, l’insieme restituisce la profonda convinzione di trovarsi in un laboratorio di infinite possibilità.

 Mariolina Cosseddu                                




  

                                                                        






















































































   
     archistart, 2014   fotografia digitale cm 9x6                                                                                                                    
      
     


     © Roberta Filippelli, 2014 

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